Servitori di fiducia

Sono soltanto dei servitori. Nel gruppo talvolta spetta a lo­ro l’ingrato privilegio di fare i lavori meno piacevoli.

DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 194

In Zorba il Greco, Nikos Kazantzalds descrive l’incontro fra il protagonista e un vecchio impegnato a piantare un albero. “Cosa fai?”, domanda Zorba. Il vecchio risponde: “Lo vedi bene cosa sto facendo, figliolo. Sto piantando un albero”. “Ma perché vuoi piantare un albero?”, do­manda Zorba, “se non potrai vederlo portare frutti?”. E il vecchio replica: “Io, figliolo, vivo come se non dovessi morire mai”. A quella risposta un impercettibile sorriso appare sulle labbra di Zorba che, allontanandosi, esclama con una nota d’ironia nella voce: “Che strano, io vivo co­me se dovessi morire domani”.

Come alcolista anonimo, ho constatato che il Terzo Legato è terreno fertile nel quale piantare l’albero della mia sobrietà. I frutti che raccolgo sono meravigliosi: pa­ce, sicurezza, comprensione e ventiquattro ore di eterna soddisfazione; in più l’equilibrio mentale per ascoltare la voce della mia coscienza quando, nel silenzio, mi parla piano dicendomi: tu devi fare servizio. Ci sono altri che devono piantare e raccogliere.